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Feminas de Orgosolo è un'opera di Ignazio Delogu, scritta in sardo logudorese ed è stata tradotta in italiano per la messa in scena, mentre sono stati lasciati in lingua originale soltanto alcuni canti che nulla tolgono alla comprensione globale del testo. L'opera è il tentativo di drammatizzazione di una particolare condizione umana, vista dalle donne e non limitata ad Orgosolo, ma esemplificata in termini di validità generale dalla complessiva vicenda orgolese. Le protagoniste del dramma, le giovani studentesse, portano sulla scena le loro tragedie personali legate comunque da una comune e corale esperienza. Il ruolo della madre che il dolore per la tragica morte del figlio ha condotto ad una sorta di dolorosa e visionaria follia, non si contrappone a quello delle altre donne del paese (sa idda), inteso come il luogo nel quale vengono ricondotte a unità le singole e differenti vicende umane di tutte e di ciascuna. Orgosolo diventa il protagonista sommesso del dramma e viene inteso come l'elemento inseparabile che rende comprensibile il dolore e la gioia e più in generale il destino individuale e collettivo. L'uso delle maschere, degli oggetti, delle luci e la stessa gestualità tendono, secondo la regia, al superamento di una rappresentazione che sia piattamente realistica o puramente naturalistica, per accentuarne il valore e il significato simbolici della gestualità e della parola. L'opera si divide in due tempi. Nella prima parte il tema centrale è il dolore collettivo delle donne del paese per la tragica morte di un giovane; la seconda parte affronta il problema, molto sentito in Sardegna, degli incendi.Feminas de Orgosolo vuole essere un contributo alla conoscenza e alla comprensione degli aspetti più intimi e sofferti dell'anima sarda anche da parte di coloro i quali non vivono direttamente in tale realtà, ma che sono i diretti e spesso inconsapevoli spettatori: i giovani sardi. La scelta di cantare in sardo antiche strofe, come il canto della madre quando dice:" Piangete con me/piangete forte/perché un nostro figlio sta andando incontro alla morte/gli spari si sentono dal paese/è mezzogiorno in punto e persino il sole si nasconde dietro le nuvole/mille anni tutt'insieme stanno inseguendo i diciotto...". In quest'ultima strofa c'è tutta l'essenza della tragedia che non può essere limitata ad un solo paese come Orgosolo ma racchiude in sè tutti i 'sud' del mondo, tutte le tradizioni fatte di sangue e di un senso assoluto e forse distorto dell'onore. Si perché ad Orgosolo, così come in tutti i paesi della terra, ancora si può morire per una parole fuori posto, per una diceria. Il gruppo teatrale dell'Istituto Industriale ha partecipato con Feminas de Orgosolo alla VIII Rassegna del "Teatro della scuola" di Serra San Quirico (Ancona) e alla I Edizione del Concorso del teatro 'Techne' di Rimini, riscuotendo gran successo di pubblico e di critica, che hanno mostrato di capire il suo messaggio di risposta d'amore alla sopraffazione e alla 'sventura'.Lo spettacolo è stato rappresentato a Colonia (Germania) in sardo, italiano e inglese, alla presenza del console italiano, di studiosi di lingua sarda all'università di Bonn, nonché degli emigrati sardi dei circoli di Leverckusen e Colonia.